La nostra città
Varie sono le leggende che circolano sulla città di Montepulciano ed ancora di più, sia per numero sia per originalità, quelle che riguardano il Vino Nobile di Montepulciano. Di sicuro c’è che la città è di origine etrusca, fatto provato dal ritrovamento di numerosi reperti nella zona circostante la Fortezza poliziana.
Sembra comunque che sia stata fondata dai nobili della vicina città etrusca di Chiusi che, probabilmente durante le invasioni barbariche, si sarebbero rifugiati su questo alto e inaccessibile colle (605 mt s.l.m.). Da qui, si pensa, l’origine del nome: chiamata dagli Etruschi “Mons Politus”, cioè “Monte dei nobili” sarebbe successivamente divenuta “Mons Politianus”. L’attuale splendore della città, definita la “perla del ‘500” è frutto della preferenza che essa ha sempre accordato alla città di Firenze piuttosto che a quella della più vicina Siena. La potente città di Firenze, pur di mantenersi i favori di questa ricca alleata, ultimo avamposto nel sud della Toscana, ricambiò, in particolare in epoca rinascimentale, inviando a lavorarci i suoi più importanti artisti.
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Così, architetti della fama di Antonio da Sangallo il Vecchio, Michelozzo Michelozzi, Baldassarre Peruzzi, Jacopo da Vignola, Ippolito Scalza, vi hanno lasciato il proprio indelebile segno rendendo la piccola città una delle più ricche di opere d’arte di tutta la Toscana.
Le leggende intorno al vino sono particolarmente originali mentre purtroppo, non sono altrettanto ricchi i documenti storici attendibili.
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La leggenda più antica sulla presenza in queste colline della produzione di un vino di grande qualità risale proprio agli Etruschi. Pare infatti che il ricco Lucumone Porsenna, vistosi insidiare la propria splendita moglie dal potente Lucumone vicino, inviò in dono alla bellicosa popolazione dei Galli, proprio del vino prodotto a Montepulciano per convincerli a venire in suo soccorso e conquistare una terra così generosa. Che sia nata così la passione dei francesi per il vino? Di certo c’è solo che si perde nei secoli la consapevolezza della grande qualità dei vini di questa terra e che mai si è interrotto il forte legame tra i poliziani ed il loro più famoso prodotto.
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